lunedì 17 luglio 2017

Il piacere e l'eternità secondo Epicuro



« Non dunque le mangiate, e le feste ininterrotte, né il godimento di fanciulli e donne, né i pesci o quant'altro è offerto in una tavola sontuosa è fonte di vita felice; ma al contrario il ragionamento lucido che scruta a fondo le cause di ogni scelta e di ogni rifiuto, e che scaccia le opinioni false, causa dei più grandi turbamenti dell'anima. […] Infatti le virtù sono connaturate al piacere, e l'uno è inseparabile dalle altre.

Non è simile a un essere mortale chi vive tra beni eterni. »

Epicuro, Lettera a Meneceo