lunedì 19 settembre 2016

«Testa e cuore per un nuovo illuminismo dell’uomo». L'allocuzione del Gran Maestro

di Stefano Bisi
Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia



Una comunità che celebra la Libertà e la Bellezza di un patto, di una Repubblica voluta da tanti uomini di diverse provenienza e idee politiche che, mettendo il cuore sopra la testa, mettendo da parte fortissime divisioni ideologiche, egoismi e smanie di potere, riuscirono a creare dalle macerie della non Ragione e dell’odio, e grazie alla Resistenza e alla Liberazione, una nuova casa comune. Riuscirono a far sorgere il meraviglioso edificio della Libertà e dell’Unità, dell’Uguaglianza e della Solidarietà. Della pace e del ripudio della guerra.

Mettere il cuore sopra la testa, come hanno fatto e stanno facendo i volontari delle terre colpite dal terremoto, può servire per grandi imprese e per sublimare gesti d’amore. I volontari sono una luce che attraversa il buio. Ma bisogna cercare di usare sempre testa e cuore. Ha usato testa e cuore Pietro Bartólo, questo piccolo grande coraggioso medico che è diventato un’icona di Lampedusa nel mondo con la sua infaticabile azione a salvataggio dei migranti e che ogni giorno salva vite umane.

Hanno usato testa e cuore pure i giovani imprenditori dell’Elba che partendo dal nulla, da un sogno, da una idea, sono stati capaci di realizzare un’impresa ormai conosciuta a livello internazionale e che ha prodotto centinaia di posti di lavoro. Testa e cuore ha dimostrato di avere Domenico, il ragazzino calabrese che stamani durante il convegno ha emozionato tutti noi con le sue parole, la sua voglia di volare in alto, più in alto delle difficoltà e degli ostacoli.

Testa e cuore ci sono voluti per far nascere la Repubblica 70 anni fa. E ci vorranno anche in futuro. In Europa e nel mondo. Anche qui solo testa e cuore forse potranno evitare il naufragio dell’Umanità.

Noi Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia, e lo diciamo ad alta voce, siamo state fra le poche Istituzioni che hanno raccolto l’appello del Capo di Stato, Sergio Mattarella, a celebrare con continuità questa ricorrenza dei 70 anni, e lo abbiamo fatto talmente bene che perfino il sito del Ministero dell’Interno ci ha copiato il nostro logo celebrativo che da gennaio ha accompagnato ogni convegno organizzato dal Grande Oriente nel giro d’Italia per la Repubblica che abbiamo percorso e che non si è ancora concluso. Un episodio, quello del logo, che al di là del plagio, ci ha reso orgogliosi, perché noi massoni abbiamo contribuito alla rinascita dell’Italia ed alla edificazione dei suoi pilastri.

Siamo partiti da Reggio Emilia, la patria del tricolore e di Meuccio Ruini, massone e presidente dell’Assemblea dei 75 che redasse la Carta Costituzionale. A Rimini, nel corso della Gran Loggia, abbiamo allestito la mostra su “L’Aurora della Repubblica”, ricordando la battaglia per il referendum attraverso la stampa ed i manifesti. Poi i convegni di Colle Val d’Elsa, dove con gli Imam di Firenze e Perugia abbiamo affrontato il tema dell’integrazione nella diversità; di Terni in cui si è discusso dell’articolo 1 e del problema del lavoro, il convegno di Macerata, di Lipari dove il 25 aprile si è parlato di Libertà e valori; e ancora Reggio Calabria, Piombino, e Siena e ancora Genova, Firenze, Sassari, Trani, Radicofani.

Siamo stati a Torre Pellice, nella grande terra dei Valdesi a ricordare Paolo Paschetto, valdese e Fratello massone, l’autore dell’emblema che rappresenta da 70 anni la nostra amata Repubblica. Ne abbiamo onorato la memoria, parlando di un simbolo, e i simboli, quello della Stella della Repubblica, che deve brillare ai nostri occhi e rafforzare le basi del nostro agire individuale e collettivo, sancire sempre nelle coscienze la superiorità del Bene Comune, rispetto agli interventi e agli interessi di parte.

La prima delle virtù repubblicane, è bene ricordarlo sempre, è la ricerca del bene comune. Noi Liberi Muratori vogliamo estendere la nostra fratellanza a tutti gli uomini.

Noi, Grande Oriente d’Italia, non facciamo politica di partito e non intendo prestarmi a strumentalizzazioni e parlare di un prossimo referendum che riguarderà tutti e che ci chiamerà a esprimere un voto sulla riforma costituzionale. Ogni massone è libero di votare secondo la propria opinione e secondo la propria coscienza. Una cosa voglio dirla. Il mondo sta cambiando, tante cose stanno cambiando con una velocità incredibile. Quante volte è necessario fare degli aggiornamenti continui al telefonino che ci sono richiesti dal sistema? Tantissime. Qualche volta cambiamo e ci troviamo meglio, altre volte decidiamo di non fare aggiornamenti.

L’importante è mantenere saldi i principi fondamentali della Costituzione. Guai a pensare di modificare quegli alti principi che ci hanno permesso, grazie alla lungimiranza e all’alta preparazione giuridica di tanti padri nobili , di trascorrere 70 anni di serenità costituzionale e sociale. Bisogna essere oggi più che mai uniti e solidali, responsabili nel fare quelle cose che possono migliorare la vita di tutti i cittadini sempre nel rispetto del principio di uguaglianza. Ricordando sempre quello che disse Piero Calamandrei in un suo celebre discorso agli studenti milanesi che andrebbe fatto sentire a tutti, specialmente a chi vuole dividere: “È un testamento di 100mila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

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