lunedì 31 agosto 2015

Il Massone, come archetipo dell’iniziato

Gli steps del Rito di York confrontati con quelli del Rito Scozzese


«In una prospettiva metastorica la “figura” del Libero Muratore verrà interpretata come una sorta di “tipo ideale” di riferimento, dietro al quale potremo riconoscere un ‘archetipo’ che ciclicamente si ripresenta, l’archetipo dell’Iniziato. Dall’Epopte dei Misteri Eleusini, all’Ermetico dei primi secoli d.C.; dal Mago e dal Neoplatonico rinascimentale al Rosacroce; dall’Alchimista al Libero Muratore, torna infatti alla luce, ciclicamente e in particolari momenti storici, una stessa tipologia umana, un individuo che presenta alcune caratteristiche comuni e, soprattutto, una simile “visione del mondo”.
L’Iniziato rappresenta così un carattere umano che ciclicamente “ritorna” in “figure” differenti che però si ripresentano sempre con delle caratteristiche “simboliche” sostanzialmente simili; se l’Ermetico compirà la sua opera nella ricerca di una purezza assoluta e l’Alchimista opera sulla convinzione di poter concepire, a partire anch’esso da una materia imperfetta e impura, una sostanza perfetta e capace di trasferire ad altre sostanze la sua perfezione, il Libero Muratore si rappresenta come una pietra rozzamente sgrossata che andrà levigata con un duro lavoro su se stessi. Ma, va ricordato, sia l’opera alchemica che l’adempimento del percorso liberomuratorio ed ermetico si compiono in presenza del “trascendente”; i percorsi iniziatici ermetici, alchemici e massonici, infatti, non potranno mai essere il frutto di una conoscenza teoretica o sperimentale, ma, al contrario, il risultato di un lavoro, l’Opus, in cui lo spirito torna alla materia, animandola e nobilitandola»


Tratto da “Il Liberomuratore tra esoterismo e tradizione”, Edizioni Settimo Sigillo, 2014