venerdì 12 giugno 2015

Il castello di Urquhart e il Mostro di Lock Ness

di Valentina Marelli



Più di 200 milioni di anni fa un grandioso movimento della crosta terrestre diede origine alla Glen mor, “la grande vallata”. Migliaia di anni fa la vallata su scavata e levigata dall’azione dei ghiacciai e sul fondovalle si formarono quattro grandi laghi (loch): Linnhe, Lochy, Oich e Ness. Il Loch Ness è di gran lunga il più grande e si ritiene che le sue acque, scurite dalla torba, raggiungano la profondità di oltre 240 metri La vallata Glen Mòr collega l’Argyll e le isole occidentali con Inverness e le regioni nord-orientali ed è sempre stata un’importante via di comunicazione. Per oltre duemila anni il promontorio roccioso su cui sorge il castello di Urquhart ha avuto un’enorme importanza strategica perché ambiva a controllare la Druim Alban, come veniva chiamata in tempi antichi, cioè “la spina dorsale della Gran Bretagna”.

Il castello di Urquhart fu un centro di potenza tra i più importanti. Resistette a numerose azioni nemiche, e venne riparato e ricostruito in continuazione. Ma era anche la residenza di un nobile, ed i vari proprietari che si succedettero nel tempo fecero sempre il possibile per migliorare i propri quartieri di abitazione. La trasformazione di maggiore portata fu lo spostamento del “cuore” del castello – i quartieri privati del signore feudale e della consorte – dalla parte alta, la sommità, nella metà meridionale, alla zona meno elevata, di più comodo accesso e meno esposta che si trova nella metà settentrionale. Questo cambiamento radicale sembra essere avvenuto nel XIV secolo. Purtroppo la maggior parte dei conci di pietra che fungevano da stipiti di porti, finestre e caminetti, vennero in seguito saccheggiati e riutilizzati altrove nella vallata. Ci restano perciò pochi particolari architettonici che ci permettano di datare le varie parti di questo complesso in rovina, fatta eccezione per quelli della torre Grant. Il promontorio roccioso che si protende nelle gelide e profonde acque del Loch Ness su cui sorgono le imponenti rovine del castello di Urquart ha ospitato personaggi dai nomi famosi. San Colombano vi venne in visita con intenti di pace al 580 dC.. Non altrettanto fede Edoardo I di Inghilterra “il Maglio degli Scozzesi”, che si impadronì del castello del 1296 nel tardo medioevo i Macdonald, signori delle isole, attaccarono ripetutamente la vallata, e governarono dal castello con pugno di ferro. Quanto oramai i giorni di Urquhart come nobile sede dei capi dei Grent volgevano al tramonto, il castello continuò a dimostrarsi una valida roccaforte. Presidiato dalle truppe per l’ultima volta nel 1689, si dice che l’imponente corpo di guardia sia stato fatto saltare per far sì che il castello non potesse mai più diventare una roccaforte militare. Sotto le macerie venivano sepolti più di 1500 anni di storia appassionante. 




Oggi chi visita il castello di Urquhart non solo desidera vedere le rovine di un castello medioevale un tempo possente, ma cerca di avvistare il famoso mostro di “Loch Ness”. Per molto tempo ai laghi delle Highlands sono stati associati racconti di mitiche bestie acquatiche. Tuttavia l’avvistamento di un mostro sul Loch Ness o nelle sue vicinanze fu documentato per la prima volta ai tempi di Colombano. Il suo biografo, Adomnan, così descrive questo indimenticabile momento della vita del santo:

«Quando Colombano giunse sulla riva del fiume vide che stavano seppellendo un povero uomo; e quelli che lo seppellivano dissero che mentre nuotava era stato afferrato ed azzannato ferocemente da una bestia acquatica. Nonostante questo il santo ordinò a Lugne, uno dei suoi seguaci di raggiungere a nuoto la riva opposta e di riportare una barca. Lugne obbedì senza esitare, ma il mostro emerse improvvisamente alla superficie e con le fauci spalancate ed un tremendo ruggito si diresse verso l’uomo in mezzo alla corrente. Mentre tutti i presenti erano impietriti dal terrore, il santo sollevò la mano benedetta ed ingiunse alla bestia: “Non toccare quell’uomo, torna immediatamente indietro”. La bestia, come fosse tirata indietro da funi, terrificata, si dileguò rapidamente». 

Da allora sulle rive del lago si avvicendano curiosi che cercano, ed a volte sono convinti di averlo visto, il nostro Nessy.