mercoledì 8 aprile 2015

Marc Chagall tra l’amore e la vita

di Valentina Marelli



Marc Chagall è considerato uno dei più grandi artisti del 900, che a dire il vero e stato un secolo molto prolifico e ricco di veri talenti, per questo motivo forse apprezziamo così tanto le sue opere, per questo certo ma anche per i paesaggi surreali che ha saputo concepire e disegnare. A chiunque capiti di osservare le sue opere almeno una volta sarà successo di immedesimarsi nei suoi personaggi e sentirsi fluttuare sollevato da terra da una forza sconosciuta quanto invisibile, è la forza più potente del mondo, la più importante per Chagall , è l'Amore la forza motrice del mondo e dell'uomo, a cui Chagall ha dedicato la sua vita e le sue opere; "solo l'amore mi interessa, sono a contatto solo con cose che hanno a che fare con l'amore" soleva dire spesso quando gli chiedevano di spiegare la sua Arte.

Mi ritornano alla mente le parole dei protagonisti del film Notting Hill che parlando di un suo quadro dicono: Chagall ci mostra come dovrebbe essere l'amore, fluttuare in un cielo blu e cobalto... con una capra che suona il violino, già perché l'amore non è amore senza una capra che suona il violino! Ecco in questa frase all'apparenza banale si cela invece l'essenza vera dell'opera di Chagall.

Al di là degli aspetti tecnici legati alla storia dell'arte e all'uso di varie tecniche pittoriche quello che maggiormente ci interessa nelle sue opere sono proprio le figure simboliche che introduce nei suoi quadri, a cominciare dalla scelta dei colori ad esempio, che si mescolano con elementi della cultura ebraica, tutto in Chagall è simbolo che richiama la storia, le tradizioni e la spiritualità dell'ebraismo.

Marc Chagall nasce il 7 luglio del 1887 a Vitebsk e muore il 28 marzo del 1985 a Saint-Paul-De-Vence il suo vero nome era Moishe Segal, il nome russo invece era Mark Zacharovic Segalov, Marc Chagall era la traduzione in francese ma è il nome con cui è stato ed è conosciuto in tutto il mondo. Nasce da una famiglia di cultura e religione ebraica in Bielorussia, nella sua funambolica vita visse in molti posti, tra i quali ovviamente Parigi, dove conobbe il cubismo infatti le sue prime opere sono state influenzate da questa corrente.

Molti di coloro che nel corso degli anni lo hanno studiato sostengono che Chagall trovò o forse è più corretto dire che ritrovò la spiritualità attraverso l'arte; per questo motivo forse ha nascosto nei suoi mondi illogici elementi simbolici della religione ebraica. Questa pratica di condensare complessi significati della tradizione in simboli è comune lì dove era necessario veicolare un messaggio dovendosi nascondere e visto il crescente antisemitismo anche Chagall ha dovuto fare di necessità virtù.

Questa caratteristica ci avvicina al suo sentire quando vogliamo conoscere quel complesso di credenze e mitologie legate ad un sistema articolato che è l'ebraismo, credenze che si basano sugli insegnamenti della Torah composta da quelli che i Cristiani chiamano il Pentateuco ovvero i primi cinque libri del Vecchio Testamento. Quando ci avviciniamo a questo campo spirituale lo facciamo un po' con i suoi occhi quelli del neofita carichi di stupore, atteggiamento che ha segnato una parte importante delle sue opere, litografie sopratutto, nelle quali ritrae scene di vita quotidiana legati alle festività ebraiche.

Tra il 1914-1915 si è dedicato particolarmente ai profeti, due in particolare si ripetono nei suoi quadri: l'Ebreo Errante ed il Profeta Isaia, il Profeta che predisse la distruzione del Tempio di Gerusalemme.

La tradizione ebraica e gli insegnamenti della Torah fanno da sfondo agli insegnamenti della Massoneria, senza doversi necessariamente addentrare nella spinosa questione di una sua appartenenza o meno all'istituzione; anche se c'e chi afferma che fu iniziato in una Loggia a Pietroburgo nel 1912, è certo che dalle sue opere possiamo trovare spunti di riflessione e di approfondimento.

Le opere di Marc Chagall sono in mostra a Roma, al chiostro del Bramante, fino al 26 luglio 2015