giovedì 9 aprile 2015

L’imperialismo esoterico di un fedele d’Amore che deviò “tra feltro e feltro”




C’è Dante e Dante. Quello forse consunto, che annoia un po’ a scuola e signoreggia nell’Accademia. Ma c’è anche un Dante “poeta di un’epica nascosta nelle pieghe dell’esoterismo medievale”. È il Dante di cui ci hanno parlato Giovanni Pascoli, Luigi Valli e in tempi recenti Arturo Reghini e René Guenon (ma già nell'Ottocento c'erano stati dei precursori, in questo tipo di letture). C’è un altro gigante del Novecento: Julius Evola. Amato, osannato, e qualche volta criticato da chi non l’ha mai letto. Insomma: in libreria c'è la possibilità di cambiare i nostri paradigmi mentali e vedere cose, persone e fatti con una prospettiva che non avevamo mai considerato. Il limite delle Accademie è proprio questo: studiare solo una parte e ignorare i pensieri dissidenti. Sandro Consolato è uno studioso del tradizionalismo che ha dato alle stampe questo volume, «Evola e Dante. Ghibellinismo ed esoterismo» che Il Foglio recensisce così.

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