martedì 31 marzo 2015

Gli Egiziani e i Misteri



«Le antiche religioni, soprattutto quella degli Egizi, sono permeate di misteri. Una folla di immagini e di simboli ne componevano il tessuto: tessuto mirabile, opera sacra di una catena ininterrotta di uomini i quali, leggendo a volta a volta, e nel libro della natura e in quello della Divinità, ne traducevano il linguaggio ineffabile. Quelli che fissavano il loro sguardo stupito su questi simboli, su queste allegorie sante, non vedevano oltre i loro occhi e vivevano nell'ignoranza voluta. Per uscirne non avevano che da parlare, da chiedere. Tutti i santuari erano loro aperti, e se avessero avuto la costanza e la virtù necessarie, niente avrebbe loro impedito di crescere di conoscenza in conoscenza, di rivelazione in rivelazione, fino alle scoperte più sublimi. Da vivi e come uomini e con la forza di volontà, essi potevano scendere nel regno dei morti ed elevarsi fino agli Dei, nonché tutto penetrare della natura elementare. In quanto, la religione abbracciava tutto ciò e nulla di ciò che la religione era o faceva, permaneva sconosciuto al Sommo Sacerdote, il Pontefice sovrano. L'uomo della famosa Tebe egizia poteva pervenire al culmine della dottrina sacra, ma solo dopo aver percorso tutti i gradi inferiori, dopo aver a un tempo esaurito, colmato la dose di scienza di ogni grado ed essersi dimostrato degno di prevenire fino al vertice della piramide iniziatica. Solo il re dell'Egitto era iniziato di diritto e per la struttura della sua educazione, ammesso ai più segreti misteri. I sacerdoti ricevevano l'istruzione relativa al loro ordine e crescevano in sapienza via via che salivano i gradi, sapendo che i loro superiori erano, non solo più elevati, ma anche più illuminati di loro. Cosicché, la gerarchia sacerdotale, quale una piramide che poggiava sulla base, si illuminava elevandosi e la sua organizzazione teocratica combinava insieme sapienza e potere. Quanto al popolo, esso era ciò che voleva essere. La sapienza, offerta a tutti gli Egizi, non rappresentava un obbligo per nessuno. I dogmi della morale, le norme della politica, il freno dell'opinione, il,giogo delle istituzioni civili, erano gli stessi per tutti: solo l'istruzione religiosa differiva in ordine alla capacità, alla virtù, alla volontà di ogni individuo. I misteri non venivano prodigati, perché i misteri rappresentavano qualcosa; non veniva profanata la conoscenza della divinità, poiché questa conoscenza esisteva; e mirando a conservare la verità per molti, la verità non veniva vanamente data a tutti».
(da Antoine Fabre d'Olivet).