venerdì 27 marzo 2015

Ars gratia artis. Un'immagine vale mille parole

di Davide Riboli



I libri di emblemi sono particolari libri illustrati che si diffusero in Europa nel XVI e XVII secolo e che finirono col costituire un vero e proprio genere letterario noto come 'emblematica'. Capostipite di questo curioso genere letterario può essere considerata l'opera di Andrea Alciato Emblemata, pubblicata nel 1531 in Germania e di cui è uscita da poco una bella edizione Adelphi.



Nel 1617, ad un solo anno di distanza dalla diffusione de Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz [il terzo - e probabilmente più diffuso - dei 'manifesti' resi pubblici dalla Confraternita dei Rosa-Croce], venne dato alle stampe il Societas Jesu et Roseae Crucis vera, attribuito a Daniel Cramer, un teologo luterano tedesco, fiero oppositore gesuita [come buona parte degli autori rosicruciani].



Il libro - oggi è facilmente rintracciabile in rete col titolo The Rosicrucian Emblems of Daniel Cramer, introdotto e commentato da Adam McLean e tradotto da Fiona Tait - si compone, più che di parole, di quaranta emblemi.



A partire dal 1700, tanta parte dell'apparato simbolico e iconografico rosicruciano, già influenzato dalle allegorie alchemiche, diviene parte integrante di quello massonico.


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