venerdì 16 gennaio 2015

Il pettorale del Sommo Sacerdote

di Federico Cella



Nella Bibbia, il Libro dell’Esodo (Ex. xxviii. 13-30 and xxxix. 8-21) fa riferimento alla descrizione di dodici pietre appartenenti al Pettorale del Sommo Sacerdote. Queste informazioni sono estratte dal Talmud e da svariati commentatori Rabbinici. Il Pettorale del Sommo Sacerdote (in ebraico ḥoshen) era una sorta di astuccio adornato con dodici pietre. Questa tasca veniva indossata dal Sommo Sacerdote in occasione della presentazione dei nomi dei figli di Israele in Luogo Sacro. Il Pettorale del Sommo Sacerdote veniva anche chiamato il Pettorale del Giudizio (Ex. xxviii. 15, 29, 30), in riferimento alla sua associazione con la criptica frase dalla Torah: Urim e Thummim” .

Secondo il Libro dell’Esodo (Ex. xxviii. 15), il Pettorale era costituito da sottile tessuto di lino, dalle sfumature color oro, blu, porpora e rosso scarlatto. Aveva la lunghezza di un cubito e la larghezza di mezzo cubito. Sul lato frontale, dodici pietre preziose erano disposte secondo quattro file. Il nome di una delle dodici tribù era intagliato in ciascuna pietra, allo scopo di implorare la misericordia divina nei confronti dei patriarchi.

Il nome di ciascun patriarca veniva prima tracciato con inchiostro. In un tempo successivo, l’intaglio venica praticato per tramite lo Shamir, probabilmente Corindone (o Diamante?). Sulla parte superiore di ciascuna pietra i nomi Abramo, Isacco, Giacobbe venivano aggiunti ai nomi dei dodici patriarchi. Sulla parte inferiore, la frase: ”Tutte queste sono tribù di Jeshurun (Israele)”. Le dodici pietre erano: Odem, Pitdah, Bareketh, Nophek, Sappir, Jahalqm, Leshem, Shebo, Achlamah, Tharshish, Shoham, Jashpeh.

Odem designava con probabilità la Carnelia, il Rubino, o qualsiasi gemma di colore rosso. Il popolo Ebraico riteneva che la Carnelia potesse ridurre il rischio di peste. D’altro canto, Il Rubino era un efficace rimedio contro le emorragie. Pitdah veniva identificata come Topazio. Il nome di questa gemma proveniva dall’Isola di Topazio, presumibilmente situata nel Mar Rosso. Erano esibiti due tipi di Topazio. Uno era di color dell’oro. L’altro tendeva al giallo verdognolo e prendeva il nome di Chrysoprasio, in riferimento alla combinazione dei colori oro e verde porro. Bareketh era probabilmente Carbonchio (o Granato Rosso). Il nome significa “Pietra Lampeggiante” e deriva da “Barak”, lampo. Secondo tradizioni orientali, il Carbonchio veniva appeso nell’Arca di Noé per diffondere la luce. La parola bareketh era tradotta dal termine Greco κεραύνος (keraúnos) o pietra tuono. La leggenda voleva che bareketh discendesse dalle nuvole in concomitanza con lampi di tuono. La versione autorizzata di Nophek è lo Smeraldo. Malgrado questo, il termine ebraico sta ad indicare il Carbonchio, o pietra scintillante come carbone incandescente. Questa gemma fa riferimento ad una vasta gamma di minerali, come ad esempio il Carbonchio indiano e Garamantino. Dal secondo termine deriva il nome Garnet (Granato). Un’ ulteriore distinzione interessava il Carbonchio Maschio e quello Femmina. Il primo tipo era caratterizzato da una lucentezza vivida, mentre il secondo veniva descritto come più opaco. Nella Bibbia, Sappir o Zaffiro, veniva dipinto come una gemma di straordinaria bellezza. Si credeva che le Tavole, in cui i Dieci Comandamenti sono stati intagliati, fossero fatte di Smeraldo. Jahalqm designava il Diamante. Il sostantivo deriva dal verbo Halam (colpire) in relazione alla suprema durezza di questo minerale (usato per intagliare le altre pietre preziose). Leshem (o Ligure) era la Turchese. Importata dalle Indie Orientali, la Turchese era considerata inestimabile nei tempi antichi. Shebo, o Agata, veniva indicato come Giacinto dalla letteratura Rabbinica. Erano note tre varietà di Giacinto. Quella con lo splendente colore del carbone incandescente era la più rinomata. Nella tradizione Rabbinica, Achlamah era l’Onice. Si presentava in cinque varietà. La prima era simile alle unghie delle dita, senza alcuna striscia. La seconda era bianca con strisce rosse, la terza bianca con strisce nere. La quarta era totalmente nera priva di strisce e la quinta nera con strisce bianche. Tharshish era Crisoberillo. Quattro varietà di Crisoberillo venivano menzionate (dall’Arabia, dalla Germania, dall’India, dall’Etiopia, rispettivamente). La varietà Araba era opaca. Il Crisoberillo Tedesco era biancastro con bordo arancione. Il Crisoberillo Indiano aveva una tinta leggermente cerulea. Il Crisoberillo Etiope era di un verde tenue e riluceva come un stella dorata quando rifletteva la luce del sole. Shoham era Smeraldo, secondo l’interpretazione Rabbinica. Esistevano dodici tipi di Smeraldo (dalla Siberia, dalla Britannia, dall’Egitto, da Cipro, dall’Etiopia, dall’Armenia, dalla Persia, da Atene, dalla Media, dall’Asia Minore, dalla Laconia e dalla Sicilia, rispettivamente) La varietà Siberiana era la più dura e la più valutata. Jashpeh era probabilmente Diaspro. Jashpeh nel Pettorale indicava il nome di Beniamino.

Un aneddoto dal Talmud racconta che il Jashpeh di Beniamino andò perduto e che cento dinari d’oro furono pagati per il suo sostituto. In conclusione, Il Pettorale del Sommo Sacerdote è un esempio dell’uso delle pietre preziose nel tabernacolo degli Israeliti (un santuario smontabile ed unico luogo di culto prima dell’erezione del Tempio di Gerusalemme).