martedì 29 luglio 2014

Ticino: Massoneria, secondo i politici ci vuole trasparenza.


Secondo i rappresentanti di tutte le correnti politiche ticinesi, non è un problema che un candidato sia massone, ma dovrebbe dichiararlo. La Settimana scorsa aveva fatto discutere l'anello portato al dito dal candidato Plr e capo delle guardie di confine Mauro Antonini. Appartiene o no alla Massoneria? Il settimanale Il Caffè, che aveva per primo scatenato il caso, ha sentito in merito diversi politici, per capire quali sono le loro posizioni riguardo il tema.

"Considerati i precedenti (fra cui Giorgio Giudici, ex sindaco di Lugano, ndr), non reputo inconciliabile l'adesione alla Massoneria con l'esercizio della politica" è l'opinione di Giovanni Jelmini, presidente del PPD, che vorrebbe però che l'appartenenza ai liberi muratori fosse resa nota, non fosse altro che per una questione di trasparenza. "Sarebbe opportuno che gli elettori sapessero se il tal candidato fa parte o meno della Massoneria".

Sul fronte PS, il presidente Saverio Lurati non vede nessun conflitto, poichè "non mi importa se uno è massone, mi importa se è capace, se è in grado di amministrare bene questo Stato". Non vi vede conflitti d'interesse, che comunque a suo avviso sarebbero all'ordine del giorno, e non teme condizionamenti.

Della sua opinione è anche Rocco Cattaneo, presidente del Plr ticinese, partito di Antonini. "Sapevamo che era massone, quell'anello che portava al dito l'avevamo visto. Ma a noi importa quello che fa una persona, cosa ha dimostrato nella vita", così commenta il caso specifico, per poi passare al generale: "Non vedo nessun conflitto fra politica e massoneria".

"Se la Massoneria è interpretata correttamente nella sua ispirazione ideale, non vedo alcune controindicazione per un impegno politico-istituzionale", dichiara il capogruppo UDC Marco Chiesa.

I leghisti, di cui, a quanto pare, tre esponenti avrebbero chiesto l'affiliazione alla Loggia, distinguono fra chi siede nel legislativo e chi nell'esecutivo. "Chi fa il granconsigliere, è pur sempre un politico di milizia, e dunque secondo me a titolo privato può fare quello che vuole. Chi invece viene chiamato a far parte del Consiglio di Stato diventa un professionista della politica e idealmente non dovrebbe far parte di nessun gruppo", sostiene Lorenzo Quadri. "Personalmente" aggiunge "credo vada parificata ad altri gruppi o associazioni. Chi va a ricoprire un ruolo pubblico è giusto che sia disposto a dire, qualora gli venga chiesto, se è iscritto ad una Loggia".

Attilio Bignasca, che non commenta direttamente la richiesta di adesione dei tre appartenenti al suo partito perchè sinora si tratta solo di "mormorii", è per "vivi e lascia vivere. Chi va al governo dovrebbe sentire di più il dovere di trasparenza". Prosegue affermando come "negli ultimi vent'anni la Massoneria luganese più che un comitato segreto è stato un comitato d'affari".


Insomma, da quanto emerge dal giro di pareri fra i politici ticinesi, non si teme per nulla il condizionamento che la Massoneria potrebbe avere su un candidato, ma si richiede che vi sia trasparenza in merito a chi ne è affiliato. Per dare, più che altro, altri elementi agli elettori.

Link-fonte: Massoneria, secondo i politici ci vuole trasparenza
Foto: a sinistra il comandante Antonini con l'anello massone (zoom al centro) e a destra con l'anello dei granatieri